La chiamano Succiamele delle Fave: in cucina la pianta parassita dei legumi è buonissima
La “Succiamele delle Fave”, anche nota come sporchia od orobranca, è una pianta erbacea protagonista della tradizione culinaria pugliese. La scelta del suo nome è dovuta al fatto che abbia un’azione parassitaria nei confronti di fave e piselli. Appartiene infatti alla famiglia delle Orobanche Crenata, il cui nome assume un significato particolare: “soffocare legume”.
Chi l’ha assaggiata può confermare che ha un sapore decisamente amaro. Infatti se si desidera utilizzarla in cucina occorre sottoporla a più bolliture. Quale parte della sporchia si può magiare? Innanzitutto bisogna tenere a mente che non tutta la pianta è commestibile. Se volete inserirla in una ricetta dovete in primis eliminare la sua parte inferiore, di consistenza legnosa. Dopo aver eseguito questo passaggio occorre “spurgarla“.
Questo procedimento serve a rendere il sapore della Succiamele delle Fave più delicato al palato. Dopo esservi assicurati che non siano presenti residui di terra inserite la pianta all’interno di un contenitore pieno d’acqua. Accendete i fornelli e lasciate che la vostra sporchia sia sottoposta a bollitura per circa 7 minuti. Dopodiché inseritela nuovamente in un contenitore colmo d’acqua e lasciatela lì per 2 giorni. Abbiate cura di cambiare spesso l’acqua in maniera tale che la pianta si liberi più facilmente del suo spiccato sapore amarognolo.
La Succiamele delle Fave si rivela molto versatile in cucina, specialmente se lavorata adeguatamente. La si può usare per dare un tocco in più alle proprie insalate o frittate. In alternativa può essere gratinata al forno, fritta o utilizzata direttamente come contorno. In questo ultimo caso basta condirla con un po’ di aglio, sale e olio d’oliva.
Oltre a costituire deliziosi piatti della tradizione pugliese la sporchia è anche un toccasa per la salute. Questo delizioso parassita dei legumi infatti è una vera e propria miniera di nutrienti. Contiene soprattutto calcio, potassio e ferro. Grazie al suo elevato contenuto di fibre ha un effetto digestivo e depurativo.