Scopri i segreti della pianta zebra: l’esotica bellezza da interno con foglie e fiori unici

Le Aphelandra, conosciute come piante zebra, sono apprezzate per il loro aspetto decorativo e la particolarità delle foglie verde scuro con venature chiare. Tra le varietà più diffuse per la coltivazione in casa, l’Aphelandra squarrosa è la più comune, grazie alla sua capacità di adattarsi agli ambienti interni. La pianta zebra cresce come un piccolo arbusto e, nel tempo, sviluppa una base più rigida. Se tende a inclinarsi, significa che sta cercando più luce: per evitare deformazioni, basta ruotare il vaso ogni due settimane. Le foglie, inoltre, vanno pulite regolarmente con un panno umido o una leggera spruzzata d’acqua per eliminare la polvere e favorire la fotosintesi.

Pianta zebra: come curarla

L’Aphelandra può raggiungere i 30-40 cm di altezza e ha bisogno di molta luce, ma indiretta, perché il sole diretto potrebbe danneggiarla. La temperatura ideale è di 18-24 °C, evitando cali sotto i 15 °C. Essendo una pianta tropicale, necessita di un ambiente umido: per mantenerla in salute si può nebulizzare acqua sulle foglie o posizionare un sottovaso con ghiaia e acqua.

L’irrigazione deve essere regolare, mantenendo il terreno umido ma senza ristagni. Meglio usare acqua a basso contenuto di calcare per evitare danni alle radici. In inverno, la pianta ha bisogno di meno acqua perché entra in una fase di riposo. Per stimolare la crescita e la fioritura, è utile fertilizzare una volta al mese in primavera ed estate con un concime liquido a basso contenuto di azoto.

Pianta zebra: come curarla

La propagazione avviene facilmente tramite talee: basta prelevare un piccolo ramo sano, piantarlo in un substrato umido e mantenerlo a circa 22 °C. Coprire il vaso con una pellicola trasparente può aiutare a creare il giusto livello di umidità. Se le foglie iniziano a cadere, potrebbe esserci un problema di bassa umidità o irrigazione errata. Se diventano gialle, probabilmente ricevono troppa luce. Afidi e cocciniglie sono i parassiti più comuni, spesso legati a condizioni ambientali non ottimali.

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