Kiryuzuna, i segreti del substrato perfetto per i bonsai
Date un occhiata ai vasi dei bonsai: spesso noterete al loro interno un particolare substrato. Noto come kiryuzuma, forse è meno famoso del più popolare akadama. Tuttavia è bene conoscerlo in quanto questo substrato, talvolta mescolato con lo stesso akadama, permette di creare una miscela di terreno ideale per la crescita dei bonsai.
Tutto quello che volevate sapere sul kiryuzuna
Il termine kiryuzuna, che tradotto vuol dire più o meno “sabbia Kiryu”, è un substrato che origina proprio dalla regione del Kiryu, in Giappone. Si tratta di un’argilla granulosa, frutto dell’erosione delle rocce di questa zona. Proprio la sua composizione argillosa fa sì che tale substrato sia ampiamente drenante, ma capace anche di trattenere acqua e sostanze nutritive.
La sua consistenza è sabbiosa e granulosa, assomiglia un po’ a dei grossi granelli di sabbia. Ha un colore marrone chiaro (l’akadama, invece, è rossastro e deriva da terreni vulcanici), talvolta con venature più scure. Questi grani lasciano parecchio spazio fra di loro, facilitando così la circolazione dell’aria ed evitando che il terreno si compatti troppo. Fra l’altro cosa necessaria affinché si sviluppino le radici del bonsai.
Il kiryuzuna è anche ricco di minerali essenziali che aiutano le piante a crescere e prosperare. Fra di essi figurano ferro, magnesio e calcio. Tali minerali sono rilasciati poco per volta nel terreno, man mano che l’acqua viene dilavata via, fornendo una fonte costante di nutrienti per l’albero.
Il suo pH è leggermente acido, varia da 6.0 a 6.8, è ricco di ferro, magnesio, calcio, potassio e silicati ed ha un’alta permeabilità. Indubbiamente, il suo uso nei bonsai permette di creare un ottimo drenaggio, fondamentale visto che i bonsai non tollerano i ristagni idrici. Inoltre evita che il terreno si compatti troppo, trattiene i nutrienti e non si decompone troppo velocemente.
Se proprio vogliamo trovare degli svantaggi, abbiamo il fatto che costa di più rispetto ad altri substrati, è difficile da reperire e spesso è necessario mescolarlo con altri substrati (solitamente si fa un 30% di kiryuzuna e un 70% di akadama).