Cactus senza spine, un’alternativa più sicura per le nostre case
Molte persone amano i cactus. Ma non amano i continui graffi che si producono quando gli passiamo troppo vicino o quando li maneggiamo. Per tacere, poi, delle potenziali lesioni agli occhi di cani e gatti, graffiati da questi aculei. Fortunatamente per tutti costoro esistono dei cactus senza spine. Che sono veri e propri cactus, quindi non un qualche altro tipo di pianta succulenta senza spine.
Cactus senza spine (e passa la paura)
In tanti vorrebbero prendersi cura di un cactus, ma tutte quelle spine spesso li fa desistere. Ma se volete coltivarli in casa in sicurezza, allora è ai cactus sensa spine che dovete rivolgere la vostra attenzione. Esattamente come gli altri cactus, sono capaci di immagazzinare acqua, sopravvivono in condizioni di siccità e hanno diverse forme. Solo che mancano le spine.
Partiamo con l’Opuntia cacanapa ‘Ellisiana’, un cactus senza spine che presenta steli piatti, ovalari, verdi e carnosi. Visivamente è molto bello da vedere, ma non è solamente decorativo: i frutti e le foglie sono commestibili. Inoltre è una pianta molto robusta e versatile, perfetto per i giardini. Richiede una posizione in pieno sole o mezz’ombra, ma si adatta anche alla vita in casa. Necessita di un terreno sabbioso, ben drenante, un mix per succulente e va innaffiato solo quando il terreno è del tutto asciutto.
Anche l’Astrophytum asterias può essere considerato un cactus senza spine, anche se il suo aspetto ricorda maggiormente le succulente lithops, quelle che sembrano pietre. Rispetto al precedente, non ha un aspetto tipicamente verticale, ma è globoso e appiattito. Ma le sue piccole dimensioni lo rendono perfetto per la vita in appartamento. Potreste conoscerlo anche con il nome di cactus stellato, per via delle protuberanze presente sulla sua superficie. In primavera e in estate produce vistosi fiori gialli, molto grandi rispetto alle sue dimensioni. Molto resistente alla siccità, richiede poca manutenzione. Ricordatevi solo che necessita di sole diretto o luce intensa, terriccio ben drenante sabbioso, poca irrigazione e che non tollera assolutamente temperature al di sotto dei 5°C.
Dalla forma particolare il Selenicereus undatus o Pitahaya. Noto come frutto del drago, questa volta abbiamo a che fare con un cactus rampicante dagli steli lunghi, sottili, flessibili e privi di spine. Produce sia radici aeree che fiori bianchi che si aprono di notte. Il suo frutto è commestibile. Molto adattabile, vuole la luce solare indiretta o la mezz’ombra, un substrato ben drenante e innaffiature moderate.
Pure l’Hatiosa salicornioides è considerata un cactus, anche se ha steli particolari. Nota come cactus ramificato o cactus asparago, ha steli sottili e ramificati che ricordano, per l’appunto, gli asparagi. Forma dei bei cespugli e produce piccoli fiori gialli o rosa in primavera. Rispetto agli altri cactus, predilige ambienti più umidi e l’ombra parziale. Necessità, infatti, di luce indiretta e mezz’ombra, terriccio ben drenante e innaffiature moderate.
Infine abbiamo il Rhipsalis baccifera o cactus del vischio. Anche questa varietà ama i climi umidi e si adatta agli ambienti ombrosi. Produce steli sottili e allungati che tendono a pendere a cascata che può diventare lunga anche metri. Inoltre in primavera compaiono piccoli fiori bianchi o gialli. Valore aggiunto: è una pianta capace di purificare l’aria. Ama la luce solare indiretta o la mezz’ombra e necessita di terriccio ben drenante, da innaffiare con moderazione.