Ma quanto è kawaii l’uva rosa Koshu?
In Italia probabilmente non l’avrete mai vista, ma uno dei vitigni più preziosi del Giappone è proprio quello dell’uva rosa Koshu. Questi vitigni si coltivano soprattutto nella prefettura di Tamanashi, ai piedi del Monte Fuji: l’uva che ne deriva è di un colore rosa rosa particolare. E ovviamente produce un vino altrettanto pregiato.
Cosa sappiamo dell’uva rosa Koshu?
Misteriosa la sua identità, è un segreto che nessuno sa… Parafrasando questa nota sigla di un noto anime giapponese, ecco che non si sa esattamente quale sia l’origine di questa uva rosata. Si pensa che derivi da un incrocio fra la Vitis vinifera e la Vitis davidii, ma non si è ancora sicuri della cosa.
L’unica certezza è che il clima e il terreno della zona sono l’ideali per produrre quest’uva rosa. La quale, inoltre, produce vini sia bianchi che rosati. Fra l’altro la vinificazione di questo particolare vitigno autoctono nipponico è relativamente recente. In passato, infatti, era usata solamente come uva da tavola.
Solamente fra fine Ottocento e inizio Novecento si iniziò a pensare di farne del vino. E da lì nacque proprio il vino Koshu. Non solo il vino è assai apprezzato per il suo corpo leggero, la sua mineralità decisa e per le note di pesca e limone (i primi vini prodotti con quest’uva rosa erano dolci, ma adesso ne esistono anche di varianti secche), ma anche i vigneti sono apprezzati per la loro bellezza, tanto che attirano turisti da tutte le parti (un po’ come da noi fa la fioritura della piana di Castelluccio di Norcia).
Quindi se andate in Giappone in primavera, ricordatevi di ammirare la fioritura dei ciliegi. Mentre se ci andate in autunno, potete recarvi sul Monte Fuji ad ammirare i grappoli rosa (e quando diciamo rosa, intendiamo proprio rosa, non un rosso sbiadito) dell’uva Koshu.