Rododendro, tutto quello che c’è da sapere su questa pianta e come coltivarlo in vaso

Forse passeggiando in montagna vi sarete imbattuti in questa bellissima pianta. Stiamo parlando del rododendro, un genere di piante che fa parte della famiglia delle Ericaceae e che è originario dell’Eursia e dell’America. A questo genere afferiscono più di mille specie che sono note con il nome generico di rododendro o azalea. Già, perché azalea e rododendro sono la stessa cosa.

Come prendersi cura del rododendro?

rododendro

Questo genere comprende una serie di piante arbustive alte dai 40 ai 90 cm. Le chiome sono tipicamente a portamento aperto e possono formare grossi cespugli con foglie grandi, ovalari o lanceolate e ruvide, di colore verde scuro dorsalmente e chiare o rugginose ventralmente.

I fiori hanno colori molto vistosi, si va dal bianco al magenta, passando per il roso e il rosso (e ci sono anche alcune varietà con fiori bicolori) e la fioritura avviene fra la primavera e l’estate.

In Italia possiamo trovare due specie che crescono spontaneamente:

  • Rhododendrum hirsutum: questo arbusto sempreverde è alto 50 cm e tende a crescere su terreni calcarei. I fiori poggiano su peduncoli pelosi (da qui il nome) e anche il calice presenta una fitta peluria. Il fiore è di color rosa
  • Rhododendrum ferrugineum: ha fiori fucsia ed è noto come rosa delle Alpi

Ma ne esistono anche tante altre varietà che vengono coltivate, senza parlare, poi, degli ibridi che presentano colori come il bianco, il rosa, il rosso, il porpora, il lilla e anche il blu. Fra queste specie coltivate le più comuni sono:

  • Rhododendrum maximum: originario del Nord America
  • Rhododendrum arboreum: originario dell’Himalaya
  • R. argenteum: originario dell’Himalaya
  • Rhododendrum campanulatum: originario del Nepal
  • Rhododendrum indicum: con foglie sempreverdi
  • R. phoeniceum: originario di Cina e Giappone con fiore doppio
  • Rhododendrum mucronatum: originario di Cina e Giappone con fiore doppio
  • Rhododendrum simisii: originario di Cina e Giappone con fiore doppio
  • R. obtusum: con foglie sempreverdi e fiori piccoli
  • Rhododendrum flavum: con foglie caduche, originario dell’Asia, noto anche come azalea pontica e fiori grandi di colore giallo o arancione
  • Rhododendrum japonicum: originario di Cina e Giappone con fiori gialli o rosso-purpurei
  • R. nudiflorum: originario del Nord America
rododendro montagna

Pianta nota sin dall’antichità, il rododendro è stato sempre famoso anche per il fatto che il suoi fiori sono ricchi di nettare. Il che farebbe pensare che sia un’ottima pianta da miele. Il che è vero, se non fosse che ci sono alcune specie di rododendro che sono velenose. E ciò significa che se si fa il miele partendo dal rododendro velenoso si otterrà un miele altrettanto velenoso.

Plinio il Vecchio, per esempio, racconta che, durante una campagna in Asia, i soldati dell’esercito romano furono vittime di un’intossicazione causata da miele prodotto da specie velenose di rododendro.

La tossicità di queste azalee è data dalla presenza di una molecola nota come graianatossina. Detto ciò, molte specie di rododendro sono usate come piante ornamentali sia in giardino, in quanto creano dei cespugli molto grandi e appariscenti, sia in vaso sui terrazzi. Fra i fiori maggiormente regalati per la Festa della Mamma, vista la potenziale tossicità di molte specie, sconsigliamo di tenerle a chi ha cani e gatti.

rododendro giardino

Nel caso vogliate cimentarvi nella sua coltivazione, ecco tutto quello che c’è da sapere:

  • fioritura: solitamente la maggior parte delle specie fiorisce da aprile a metà giugno. Alcune specie di rododendro, però, come il R. dauricum possono fiorire già a dicembre se l’inverno è mite. In teoria potete piantare i rododendri in vaso quando volete durante l’anno, evitando solo il periodo delle gelate o quando fa molto caldo in estate. Tuttavia il consiglio è di piantarli da metà aprile a metà maggio e poi da settembre a metà novembre
  • posizione: il rododendro necessità di un’esposizione a mezz’ombra. Il top sarebbe riuscire a collocarlo vicino ad alberi con radici profonde, come querce e larici. Da non esporre a est o a sud. Ricordatevi anche che tendenzialmente sono resistenti al freddo, ma dipende anche dalle specie. Soprattutto se siete a rischio gelate, proteggete le piante con gli appositi teli di tessuto non tessuto o portate i vasi in una zona riparata
  • terreno: necessita di terreni ricchi di humus, argillosi, poveri di calcare, sabbiosi e ossigenati, con pH acido compreso fra 4,5 e 5,2. Il terreno dovrebbe essere un po’ umido, fresco e non troppo ricco di sostanze nutritive. Occhio che non si adatta bene alla vita in città. Non riesce a radicare bene in terreni troppo compatti, dunque meglio utilizzare terreni morbidi e ben drenanti (vanno bene i granuli di pomice)
  • irrigazione: necessita di innaffiature regolari. Occhio che le radici, non essendo molto profonde, patiscono sia i ristagni idrici che il clima troppo secco. Innaffiate sempre con acqua piovana o acqua del rubinetto decalcificata
  • concimazione: meglio utilizzare dei concimi per piante acidofile. Da fine primavera si può concimare una volta al mese con concimi a lenta cessione
  • potatura: visto che il cespuglio cresce lentamente, tendenzialmente non è una pianta che richiede troppe potature. Al massimo si può potare ogni tanto se la pianta è molto vecchia o ha perso la sua forma. La potatura va fatta prima della fioritura, fra febbraio e marzo o subito dopo la fioritura, verso fine maggio
  • metodi di propagazione: si propagano per innesti, talee e propaggine

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