Erba morella, attenzione a non confondere le sue bacche velenose per mirtilli

Visto che ci avviciniamo alla primavera e alla raccolta di erbe e piante spontanee, è bene ricordare a tutti di non confondere le bacche velenose dell’erba morella per mirtilli. Effettivamente le sue bacche sono estremamente similari ai mirtilli, ma specie se ci sono bambini in circolazione, è bene sapere come distinguere le due piante.

Attenzione alle bacche velenose dell’erba morella

erba morella

Non ci stancheremo mai di mettere in guardia dalla raccolta di erbe e piante spontanee. Esattamente come per la raccolta dei funghi, bisogna essere ben sicuri di quello che si fa. Un errore in questi campi, infatti, può avere esiti mortali.

Ogni anno, infatti, sia durante il periodo di raccolta delle erbe spontanee che di quello dei funghi, saltano fuori notizie di cronache relative a persone o intere famiglie intossicate a causa del consumo di erbe o funghi che loro stessi avevano raccolto. E spesso in tali notizie si legge che il raccoglitore di turno era convinto di essere espertissimo in materia.

Il problema è che con erbe spontanee e funghi non si scherza: un errore può causare la morte.

Detto ciò, una pianta che potrebbe trarre in inganno è l’erba morella. Nota anche come morella comune, la Solanum nigrum (di cui esistono diverse varianti e ibridi), presenta delle bacche viola che potrebbero essere facilmente scambiate per mirtilli.

Solo che le bacche di questa pianta infestante, appartenente alla famiglia delle Solanaceae, sono velenose. Pianta annuale solitamente eretta, può essere alta anche 70 cm. Con radice a fittone, il fusto è ramoso e non spinoso. La parte bassa solitamente è legnacea, mentre quella alta è più erbacea. Dall’odore muschiato, le foglie sono alternate e di colore verde. I fiori sono piccoli e bianchi, con antere giallo intense. Fiorisce da marzo a novembre.

Il frutto è una bacca tondeggiante di colore verde quando acerbe e nero-violaceo quando mature. Il problema sono proprio le bacche che, ad un occhio poco esperto, possono rassomigliare ai mirtilli.

Ma in realtà queste bacche sono velenose, con grado di tossicità che varia a seconda della zona o della sottospecie. Ne esistono, infatti, alcune varietà commestibili, soprattutto quando i frutti sono totalmente maturi perché, come succede con altre solanacee, la maturazione fa diminuire la concentrazione di alcaloidi tossici. Tuttavia visto che è difficile sapere quali siano le varietà tossiche e quelle meno tossiche, evitate di correre rischi e non mangiatele.

Questo perché i frutti, soprattutto quelli immaturi, contengono alti quantitativi di alcaloidi steroidei, fra cui la solasodina. Questo alcaloide in passato era stato usato per produrre ormi come estrogeni e progestinici (adeso si parte da altri composti), mentre attualmente lo si studia per la terapia di tumori cutanei.

Occhio che, potenzialmente, anche solamente 10 bacche potrebbero causare una paralisi motoria.

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