Oidio, come capire se le nostre piante hanno il mal bianco

Una fra le malattie più temute delle nostre piante è l’oidio. Probabilmente l’avrete già sentita nominare: è chiamata anche mal bianco, nebbia o albugine. Si tratta di una malattia fungina provocata da funghi Ascomycota che fanno parte della famiglia Erysiphaceae. Questi funghi, di cui esistono specie diverse che parassitano diversi e specifici tipi di piante, sono ectoparassiti (pochissime specie si comportano come entoparassiti), con parassitismo obbligato.

Che sintomi provoca l’oidio?

oidio o mal bianco
Jeff Kubina, Public domain, via Wikimedia Commons

Il grado di specie-specificità fra patogeno e ospite per questi funghi è variabile. Alcune specie possono attaccare più tipi di piante, altre attaccano solo piante similari e altre ancora solamente un tipo di piante.

Facciamo qualche esempio: l’Erysiphe pisi è il fungo responsabile dell’oidio nei piselli e attacca solamente questa specie. Il Podosphaera leucotricha, invece, è responsabile del mal bianco del melo e delle mele cotogne, ma talvolta può colpire anche il pero.

L’oidio attacca più facilmente le piante quando le temperature sono comprese in un range di 20-22°C, ma può manifestarsi da un minimo di 3-4°c a un massimo di 32-34°C. Inoltre necessita di un grado di umidità relativo. Questo vuol dire che è più facile vedere il mal bianco in primavera o a inizio estate. Il vento, poi, favorisce la diffusione delle spore, mentre le piogge aiutano a eliminare i miceli dalle foglie.

Ma veniamo ai sintomi, che sono quelli che ci interessano perché ci aiutano a capire se la nostra pianta è stata colpita dall’oidio:

  • formazione di un panno biancastro e polverulento sulle piante (dovuto all’accumulo di ife e spore), soprattutto su foglie, germogli e frutti
  • le zone colpite dall’oidio appaiono decolorate
  • successivamente tale aree diventano necrotiche, con spaccature e aree secche
  • deperimento della pianta fino alla morte

Dal punto di vista della terapia, solitamente i trattamenti classici prevedono l’uso dello zolfo in polvere che agisce per contatto. Ma funziona solo come prevenzione: se la pianta è già stata colpita, non serve a nulla. Per il trattamento sono usati sia antioidici chimici specifici, sia anticrittogamici a largo spettro.

Fra i rimedi naturali usati, invece, abbiamo le soluzioni composta da bicarbonato di potassio e acqua, il rame (anche se qualcuno sostiene che sia ancora meno efficace dello zolfo), il latte da spruzzare durante le prime fasi dell’infestazione o anche i fungicidi bio che potete trovare in vendita nei negozi specializzati.

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