Cardo, miti e leggende sulla pianta simbolo della Scozia

Una pianta affascinante, diventata anche simbolo della Scozia, tanto da far parte anche dello stemma reale. Stiamo parlando del cardo, una pianta commestibile che ha un fiore strano, ma bello nella sua particolarità. Il cardo o carciofo selvatico fa parte della famiglia delle Asteraceae e ha un tipico fiore violetto che sormonta un gambo pieno di spine. Oltre che in alcune ricette della tradizione culinaria italiana (fra cui anche la bagna cauda piemontese), ecco che il cardo è il protagonista di diversi miti e leggende.

Miti e leggende con protagonista il cardo

cardo leggende

Partiamo proprio dalla leggenda che narra come abbia fatto l’umile cardo a diventare parte dello stemma scozzese. Era l’anno Mille o giù di lì e una banda di vichinghi decise din tendere un’imboscata a un accampamento scozzese. I vichinghi, per essere ancora più silenziosi, si tolsero le scarpe e cominciarono ad avvicinarsi all’accampamento. Solo che uno di loro pestò accidentalmente un cardo scozzese, iniziando a ululare per il dolore.

Le sue grida svegliarono gli scozzesi, i quali riuscirono a contrattaccare i nemici e a vincere. Si arriva così al 1470 quando re Giacomo III decise di coniare delle monete d’argento per omaggiare il cardo. Fino a quando nel XVI gli scozzesi, assai grati a questa pianta, lo inserirono nello stemma reale.

cardo scozia

Il cardo è il protagonista anche di un racconto della mitologia greca. Dafni era un pastore siciliano, figlio di Hermes (anche se qualcuno sostiene che fosse un suo amante) e di una Ninfa. Il dio Pan gli insegnò a suonare la zampogna, cosa che lo rese amato sia dagli uomini che dalle divinità. Celebre per la sua bellezza, diversi dei si interessaro a lui. Oltre a Pan, anche Apollo e Artemide gli insengarono parecchie cose.

Diventato ormai un pastore esperto, ecco che venne amato dalla ninfa Achenais, la quale, un po’ gelosa, gli fece giurare che non le sarebbe mai stato infedele. Tuttavia Achenais aveva una rivale, Chimera, la quale riuscì nell’intento di sedurre Dafni mentre era ubriaco. La ninfa, assai gelosa, decise di privare Dafni nella vista.

Dafni, ormai cieco, finì la propria vita cantando tristissimi pastorali. Anzi: ad un certo punto decise di suicidarsi buttandosi giù dalla Rocca di Cefalù, ma il dio Dioniso decise di salvarlo trasformandolo in pietra.

Tuttavia una versione della leggenda narra che quando Dafni morì, la Terra fu così triste da far fiorire una pianta piena di spine. Era nato il cardo.

cardo fiore

Ma anche alcune storie del Cristianesimo hanno come protagonista il cardo. Una leggenda, infatti, narra che il piccolo Gesù, Maria e Giuseppe, durante la fuga in Egitto per scampare alla furia di re Erode, trovò rifugio proprio in un campo di cardi. Per questo motivo le foglie del cardo hanno una sorta di venatura bianca: sarebbe le gocce del latte della Vergine Maria cadute sulla pianta.

Passando alla tradizione celtica, invece, elfi e gnomi sarebbero soliti bere l’acqua piovana nei boschi usando come bicchieri proprio le foglie del cardo silvestre.

Tradizioni e folklore popolari, invece, vogliono che il cardo mariano (una varietà erbacea del cardo usata di solito per i decotti e i distillati), sia uno dei simboli dell’amore. Una tradizione abruzzese spiega che le giovani donne strappavano un cardo per capire cosa le aspettasse durante la vita matrimoniale. Una volta raccolto, bruciavano la testa della pianta e immergevano il gambo in un bicchiere per la notte. Se il cardo la mattina dopo “rinveniva”, ecco che la ragazza si sarebbe sposata entro poco tempo.

Infine nel linguaggio dei fiori il cardo è simbolo di solitudine e isolamento, visto che questa pianta tende a crescere in posti impervi e inaccessibili.

Articoli correlati