Tamarindo: trucchi e segreti per coltivare questa pianta in giardino

Se hai deciso di coltivare nel tuo giardino qualche pianta diversa dalle solite, magari ti sarai imbattuto nel tamarindo. Ebbene, è possibile piantarlo anche qui da noi, ma considera che è una pianta che diventa molto voluminosa, dunque hai bisogno di spazio. Inoltre, essendo originaria delle zone tropicali dell’Africa orientale, necessita di alcuni riguardi per la sua crescita.

Come far crescere un tamarindo nel nostro giardino?

tamarindo pianta

Il tamarindo è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle leguminose, a crescita lenta e assai longeva. Ci sono piante che superano i 100 anni di vita. Devi tenere conto di questi fattori: se hai bisogno di una pianta che cresca rapidamente, magari per fare ombra, allora il tamarindo potrebbe non essere la scelta ottimale.

La pianta ha un tronco che può raggiungere anche gli 80 centimetri di diametro, mentre l’altezza è anche di 3 metri. La chioma è estremamente ampia visto che produce rami molto lunghi. Il legno è di colore rosso, con anello giallo.

Le foglie sono verde brillante. Nelle zone dove il clima è ideale, ecco che le foglie rimangono sempre sui rami, anche d’inverno. Quando fa molto caldo, invece, le foglie cadono. I fiori sono molto belli, profumati e grandi (qualcuno dice che assomigliano alle orchidee). Sono gialli, con strie arancioni o rosse. I frutti sono dei baccelli legnosi color nocciolo, contenenti semi bianchi avvolti da una polpa commestibile.

Occhio: la pianta produce frutti solamente dal sesto anno di vita in su e solo in primavera ed estate.

Del suo uso in cucina ne avevamo già parlato in passato, qui vediamo come si coltiva. Ovviamente, essendo una pianta tropicale, vuole un’esposizione in pieno sole, stando ben al riparo da vento e pioggia.

Di sicuro non ama le temperature basse, l’umidità e le gelate, occhio dunque che nel nord Italia potrebbe essere difficile coltivarlo.

Come terriccio, va bene più o meno qualsiasi tipo, ma se il terreno è argilloso o arenoso, magari con pH neutro, è meglio. L’importante è che il terriccio sia sempre ben drenato per evitare ogni possibile ristagno idrico. Non vanno invece bene i terreni troppo duri e compatti.

Le piante giovani devono ricevere acqua con costanza per permettere alle radici di crescere, ma da adulto potrebbe essere sufficiente l’acqua piovana (va innaffiato solamente durante i periodi di siccità, ma sempre senza esagerare).

Come concime, bisogna fertilizzarlo in primavera con preparati contenenti azoto, potassio, fosforo e magnesio. Al massimo può essere necessaria una seconda concimazione in luglio, ma con meno potassio.

La pianta si riproduce tramite seme. Una volta scarificato e messo in ammollo in acqua calda per un giorno, si semina in un vaso alto e abbastanza stretto. Il vaso va poi messo in una zona calda non esposta alla luce solare fino alla germinazione, cosa che può accadere anche dopo 8 settimane.

Quando compaiono i germogli, si sposta il tutto in una zona luminosa, ma non esponendo la pianta alla luce solare diretta. Dopo 20-30 giorni, si concima. La pianta va rinvasata man mano che cresce, mentre va messa a dimora dopo tre anni.

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