Balsamina ghiandolosa: alla scoperta di una pianta bellissima ma problematica
La balsamina ghiandolosa è una pianta erbacea annuale nativa dei monti dell’Himalaya. Fu introdotta in Europa per mano dell’uomo e ad oggi è la pianta annuale più alta del continente, poiché cresce fino ai 2 metri d’altezza. Il nome scientifico è Impatiens glandulifera. La parola “impatiens” si riferisce all’impazienza dei frutti, che giunti a maturazione esplodono appena toccati disperdendo i semi molto lontano. Il termine “glandulifera” è riferito alle ghiandole che si trovano sui piccioli, alla base delle foglie e ai nodi del fusto. I fiori sono molto belli e appariscenti di colore bianco, rosa o porpora.
Conosciamola meglio
La balsamina ghiandolosa cresce in zone dai climi umidi e temperati, ma i semi hanno bisogno delle basse temperature invernali per poter germinare. Si sviluppa su suoli umidi e ricchi di materia organica, in posizioni preferibilmente soleggiate. È possibile incontrarla lungo i bordi dei fiumi o dei canali, presso fossi e in boschi ripariali in prossimità di corsi d’acqua. Ogni pianta può produrre fino a 4.000 semi, diffusi tramite esplosione della capsula matura e spesso trasportati dall’acqua. La fioritura avviene da luglio a settembre. I fiori sono molto profumati ed attirano numerosi insetti impollinatori come api e farfalle di diverse specie.
Problematiche legate alla presenza della balsamina ghiandolosa
In Italia questa pianta si è diffusa facilmente nelle vallate alpine, perché nel territorio d’origine cresce fino a 4.000 metri d’altitudine. È stata introdotta in Europa nella prima metà dell’Ottocento a scopo ornamentale, per essere coltivata in parchi e giardini per via dei suoi fiori estremamente decorativi. Grazie alla sua modalità di dispersione dei semi si è diffusa molto velocemente anche in ambiente naturale. I semi, con l’esplosione, possono diffondersi in un raggio di 6 o 7 metri e coprire ampie aree di territorio. In un metro quadrato possono disperdersi fino a 30.000 semi. Inoltre, i semi germinano precocemente rispetto alle altre piante spontanee native dei nostri territori. A tutto ciò si aggiungono la velocità di crescita e le grandi dimensioni della pianta.
È quindi considerata una specie invasiva in Europa, che limita la crescita della vegetazione tipica delle sponde dei corsi d’acqua. Attira maggiormente gli insetti impollinatori, che tendono ad essere attratti principalmente dalla balsamina, finendo per trascurare i fiori delle altre piante native delle nostre zone. Da un lato rappresenta per gli impollinatori e per gli artropodi in generale un’ulteriore fonte di cibo, dall’altro mina la sopravvivenza delle altre piante e di conseguenza anche di tutti quegli insetti che si nutrono esclusivamente di tali piante. Risulta dannosa anche per la stabilità delle sponde, principalmente d’inverno quando la pianta muore e, avendo precedentemente colonizzato l’area, lascia il terreno spoglio di vegetazione.