Vriesea: scopri le caratteristiche e impara i trucchi per la coltivazione di questa pianta
La Vriesea, nota anche come Vriesia, appartiene alla famiglia delle Bromeliaceae, come ad esempio l’ananas. È nativa del Sud America e si è diffusa nelle nostre case per la bellezza delle brattee e la facilità di coltivazione. Il genere Vriesea comprende specie sia epifite che terrestri, a crescita molto lenta.
Caratteristiche generali
Le foglie della Vriesea sono lucide e allungate, di colore verde vivido o verde-giallastro, talvolta con striature orizzontali più scure. Crescono a rosetta. Questa disposizione forma al centro una sorta di coppa che aiuta a raccogliere l’acqua piovana. In quest’area si accumulano abbondanti residui vegetali e animali che vengono in parte digeriti dalla pianta.
Dal centro della rosetta cresce l’infiorescenza dalla tipica sagoma simile a una spada. I fiori emergono dalle brattee, che sono foglie modificate, e sono principalmente gialli. La fioritura può avvenire a partire dal terzo anno di età della pianta, solitamente in estate. La particolarità è che questa pianta fiorisce una sola volta nella vita, al termine della fioritura muore. Lascia però dei germogli alla base, che daranno vita a nuove piante. Produce frutti che sono delle capsule.
Consigli per la coltivazione della Vriesea
Apprezza molto la luminosità ma non troppo la luce diretta dei raggi del sole. Deve essere quindi collocata in uno spazio dove possa ricevere qualche ora di sole al giorno, nelle ore meno calde. L’acqua va fornita riempiendo la conca che si trova al centro della rosetta, per simulare il naturale accumulo di acqua piovana. Deve essere mantenuta sempre piena, ricordandosi di svuotarla ogni mese per cambiare l’acqua ed eliminare i residui che a lungo andare potrebbero in qualche modo putrefarsi.
Bisogna inoltre mantenere il terriccio umido, ma non bagnato. Non lasciate acqua nel sottovaso, in quanto questa pianta non tollera i ristagni idrici, i quali potrebbero causare marciume a livello delle radici. Si consiglia di utilizzare acqua non calcarea, quindi demineralizzata o piovana. In alternativa, si può far bollire l’acqua del rubinetto con qualche goccia di aceto.
Il terriccio ideale è ricco di materia organica e drenante, in grado di eliminare l’acqua in eccesso pur mantenendo il giusto livello di umidità. Potete utilizzare un mix, suddiviso in parti uguali, di terriccio fertile, torba, perlite e corteccia di pino.
Si può aggiungere un fertilizzante liquido all’acqua delle irrigazioni ogni 3 settimane. Il fertilizzante va destinato solo al terriccio, non deve mai finire nella conca centrale perché rischierebbe di bruciare le foglie o far proliferare alghe dannose. L’alternativa al fertilizzante liquido è un concime in granuli a lento rilascio. Essendo una pianta a crescita lenta, si consiglia di dimezzare le dosi rispetto a quanto riportato sulle confezioni. Le rosette in via di appassimento vanno recise a circa 2,5-5 cm dalla base, in qualunque periodo dell’anno quando necessario.