Agave: caratteristiche, mitologia e significati della pianta simbolo della Sicilia

L’agave è una pianta appartenente alla famiglia delle Asparagaceae. Originaria del Sud America, è diventata simbolo della Sicilia, dove cresce rigogliosa ed è diventata parte integrante del paesaggio. Nonostante provenga dalle foreste tropicali, si è adattata completamente al clima mediterraneo.

Inizialmente si diffuse perché, essendo ricca di fibre, risultava idonea alla produzione di reti, corde e canapa. Dalle foglie si estraggono i succhi per produrre di alcune bevande, come la Tequila, il Mezcal e il Pulque, bevuto fin dal tempo degli Aztechi.

Agave

Ha un portamento cespuglioso o a rosetta, le foglie sono lunghe e più o meno carnose, accompagnate da aculei lungo il bordo. Lo stelo floreale può raggiungere un’altezza compresa fra i 4 e gli 8 metri. Il fiore emana un odore simile al melone maturo. Le antiche leggende vogliono che la fioritura dell’agave si verifichi una volta ogni 100 anni. In realtà bisogna attendere “solo” dai 10 ai 30 anni, tempo necessario affinché la pianta raggiunga la maturazione. Questa fioritura anticipa una fine molto triste per la pianta: l’agave infatti fiorisce una sola volta nella vita e poi muore.

Simbologia dietro all’agave

Agave

Il fatto che l’agave porti a termine una sola fioritura e poi muoia, è una peculiarità che l’ha resa simbolo di un amore talmente grande da portare alla distruzione. Questa pianta però nel corso dell’800 aveva assunto anche un significato diametralmente opposto: quello di eternità e sicurezza, probabilmente legato alla sua maestosità. Ad essa si associa anche il potere di tenere lontana la cattiva sorte. Regalare una pianta di agave a un amico, indica che si considera solido ed eterno il sentimento di amicizia.

L’agave nella mitologia

Agave

Agave era un personaggio della mitologia greca, figlia del re di Tebe, Cadmo, e di sua moglie Armonia. Aveva tre sorelle, Autonoe, Semele e Ino, e un fratello, Polidoro. Divenne sposa di Echione, dal quale ebbe due figli: Epiro e Penteo. Quando Penteo divenne re di Tebe, si oppose all’introduzione del culto di Dioniso, che era il cugino di Penteo da parte di madre, poiché ritenuto troppo sfrenato e irrazionale. Dioniso decise di vendicarsi servendosi di Agave e delle sue sorelle Autonoe e Ino, per uccidere Penteo.

Per far ciò escogitò un piano: disse a Penteo di spiare la madre e le zie mentre di notte celebravano i riti bacchici, in onore di Dioniso, in modo che vedesse coi suoi occhi in cosa consistesse il nuovo culto. Penteo salì sopra un albero di pino per osservarle di nascosto, ma le donne videro qualcosa e in preda all’irrazionalità lo scambiarono per un cucciolo di leone e lo uccisero facendo a pezzi il suo corpo.

Agave e Penteo

Fu proprio Agave, sua madre, a colpirlo per prima. Conficcò la testa su un bastone, e la portò in città come un trofeo per mostrarla a Cadmo. Solo una volta arrivata in città, Agave si rese conto del tragico e irreparabile errore commesso.

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