Un fungo così realistico non lo avevi mai visto: ecco Gyromitra esculenta, il fungo cervello

Gyromitra esculenta è il nome scientifico attribuito al fungo cervello. Il suo aspetto, rugoso e carnoso, lo rende facilmente riconoscibile, somiglia infatti ad un cervello umano. È diffuso in Europa, compresa l’Italia, e in Nord America. L’habitat naturale è rappresentato da boschi di conifere. Cresce su suoli acidi e ricchi di materia organica, in quanto fungo saprofita (si nutre di materia organica morta o in decomposizione), spesso vicino a residui di legno marcescenti o terreni molto umidi. In alcuni casi è stato riscontrato anche nei boschi di latifoglie.

Gyromitra esculenta

Caratteristiche del fungo cervello

Il cappello ha un colore bruno-rossiccio, presenta diverse pliche e misura tra i 5 e i 10 cm. Quando il fungo è maturo, il cappello emana un profumo dolce e fruttato. Il carpoforo in totale raggiunge facilmente i 10-12 cm, in alcuni casi addirittura i 20 cm. Il gambo è corto e tozzo, alto circa 5 cm, di colore bianco, talvolta con sfumature rosate. La carne ha una consistenza acquosa e cerosa, di colore biancastro e dal sapore dolce. Si può incontrare nei boschi principalmente in primavera e a inizio estate.

Gyromitra esculenta

Fungo cervello: commestibile o tossico?

La parola “esculentus” significa proprio commestibile. Fino a qualche anno fa si pensava che fosse commestibile sia da crudo che da cotto, ma poi, in seguito alla segnalazione di alcuni casi di decesso dopo l’ingestione del fungo crudo, sono stati aggiornati i dati sulla sua commestibilità. Ad oggi la Gyromitra esculenta è considerata tossica da cruda e addirittura letale. Può provocare la sindrome giromitrica, con un’incubazione piuttosto lunga. I sintomi sono vomito, diarrea, disidratazione, cefalea, difficoltà respiratorie. A seguire subentrano lesioni al fegato e ai reni, anemia acuta, fino al sopraggiungere della morte.

Fungo cervello

Esiste tuttavia un “fattore di soglia”, che varia da persona a persona e in base alla quantità consumata. Ciò significa che non tutti subiscono un’intossicazione grave da parte del fungo, ma se ne sconsiglia comunque il consumo, in quanto secondo alcuni potrebbe mostrare effetti tossici per accumulo, anche da cotto.

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